La Green Economy e l’energia da bere

La Green Economy e l’energia da bere

L’energia è protagonista delle nostre tavole più di quanto immaginiamo. Il gruppo olandese Heineken, storico colosso della birra, sta coinvolgendo i propri stabilimenti in Austria, Spagna e Portogallo per la costruzione di strutture che producano energia solare, avvalendosi di una superficie di 7.850 metri quadrati di pannelli ottenuti grazie al know-how della società austriaca AEE. Per la produzione della birra sono necessarie, infatti, grandi quantità di energia termica ed elettrica. Il consumo di energia termica per ettolitro di birra prodotta si aggira tra i 16,7-33,3 kWh, mentre l’utilizzo aggiuntivo di energia elettrica ammonta a 7,5-11,5 kWh.
Gli esperti di AEE INTEC sono convinti che tutti i processi termici necessari alla produzione della birra e alla lavorazione del malto, che richiederebbero temperature comprese tra i 25° e 105° C, possano essere realizzati efficacemente per mezzo di convenzionali pannelli solari termici piani e di collettori solari sottovuoto. L’azienda porterà queste posizioni innovative nel progetto europeo di ricerca e sviluppo “SolarBrew”, che ha come scopo l’integrazione dell’uso di energia solare nell’industria della birra. Oltre alle AEE INTEC e Heineken, il consorzio comprende anche Sunmark Solutions A/S, impresa produttrice di pannelli solari, e, in qualità di partner nel campo degli impianti e delle macchine edili, GEA Brewery Systems GmbH. Secondo Ewald Selvicka, project manager di AEE, l’azienda austriaca produttrice della birra Gösser da sola confeziona circa un milione di ettolitri di birra ogni anno. Oltre ai siti di Valencia in Spagna e Vialonga in Portogallo, anche il sito di produzione della birra austriaca Brau Union Österreich, controllata dell’Heineken, è coinvolto nella realizzazione del progetto pilota. Dal 2013 1.500 metri quadri di pannelli solari piani, collegati ad un serbatoio d’accumulo d’acqua calda da 200 metri cubi, hanno fornito energia necessaria al processo di fermentazione del malto in Stiria. Analogamente, a Valencia è prevista la realizzazione di un’area di oltre mille e seicento metri quadri, con ampie quantità di energia adottate per supportare il processo di pastorizzazione. A Vialonga, invece, l’idea è di applicare un impianto solare per riscaldare l’aria utilizzata nell’essiccazione del malto verde. Su una superficie di quasi cinquemila metri quadri saranno impiegati collettori solari piani collegati a un sistema da quattrocento metri cubi di accumulo di energia non pressurizzato. Il rapporto di copertura solare per i tre processi è suddiviso in circa il venti per cento per l’essiccazione del malto, più o meno il trenta per cento per la fermentazione e il quarantacinque per cento per la pastorizzazione. In totale la potenza prodotta dagli impianti solari per la fornitura dei tre processi a bassa temperatura è di circa cinque MW.Poiché le aziende produttrici di birra e gli stabilimenti della lavorazione del malto hanno generalmente strutture di approvvigionamento di energia simili, i partner del programma prevedono un effetto moltiplicatore all’interno del settore. L’implementazione e l’esperienza operativa verranno ottenute attraverso il monitoraggio del progetto pilota fino al 2015. L’Austria continua a confermarsi come ambita sede di ricerca in Europa nei settori del futuro, come Bioscienze, Ambiente & Energia, Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC), Mobilità & Traffico. Nel 2013 il volume totale degli investimenti in ricerca e sviluppo ha, per la prima volta, superato la soglia dei nove miliardi di euro, collocandosi al di sopra di oltre il due per cento complessivo rispetto alla media europea e con prospettive assai rosee.

(Fonte: DailyGreen)