10 Dic CESP: la via italiana per l’economia circolare
Si è tenuta a Roma la prima conferenza annuale della neonata ICESP, acronimo delle parole inglesi Italian Circular Economy Stakeholder Platform. La piattaforma di cui si parla è quella lanciata a maggio di quest’anno per tradurre a livello nazionale l’iniziativa comunitaria ECESP, avviata dalla Commissione europea e dal Comitato Economico e Sociale UE. Oggi la piattaforma italiana si configura come un “network di network”, formato con l’obiettivo di creare un punto di convergenza nazionale su iniziative, esperienze, criticità e prospettive dell’economia circolare. Sotto l’egida dell’ENEA, ben 60 stakeholder del settore (in rappresentanza di società civile, imprese, istituzioni e ricerca) collaborano e propongono, a partire dalle loro esperienze, soluzioni a sfide intersettoriali e specifiche. L’Agenzia nazionale, come spiegava poco a maggio Roberto Morabito, direttore del dipartimento di Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali dell’ENEA – ha promosso la nascita di ICESP, “con l’obiettivo, tra gli altri, di diffondere le eccellenze italiane e il nostro modo di fare economia circolare partendo dalle tradizioni e dalle tipicità del territorio associate ai modelli culturali, sociali e imprenditoriali che lo caratterizzano”. I partecipanti si sono dati appuntamento nella capitale per discutere dei primi passi compiuti e di quelli ancora da fare. L’evento organizzato Sala Koch di Palazzo Madama è stato aperto dalla senatrice M5s e membro della Commissione Ambiente Patty L’Abbate (promotrice dell’evento) alla presenza anche del sottosegretario al Ministero dell’Ambiente Salvatore Micillo e della presidente della Commissione Ambiente al Senato, Vilma Moronese. “Per poter innescare una vera transizione – ha commentato in apertura del convegno la senatrice L’Abbate – non basta recepire le 4 direttive della comunità europea, è necessario il largo coinvolgimento di tutti gli attori e i soggetti che hanno un ruolo fondamentale in questa transizione. La partecipazione di tutti gli stakeholder, la condivisione e l’elaborazione di buone pratiche, di approcci integrati, è l’unico modo per spianare la strada alle politiche sostenibili di questo Governo”. “Dobbiamo sfruttare la situazione odierna per fare un ulteriore passo avanti”, spiega Federico Testa, presidente dell’ENEA, che chiede oggi meno parole e slogan ma qualcosa di più tangibile “Dobbiamo sporcarci le mani con la possibilità concreta di riuscire a ottenere dei risultati. Per questo motivo abbiamo deciso di dare vita a un’iniziativa mirror di quella europea, perché vogliamo far sì che, attraverso le esperienze di chi partecipa e attraverso l’apertura ai contributi di università, centri di ricerca e istituzioni, più volontà ed energie concorrano a individuare delle strade concrete per poter ‘fare’ economia circolare e non semplicemente parlarne”.
Fonte: Rinnovabili.it