Gestione sostenibile dei boschi: un potenziale di 280mila posti di lavoro

Gestione sostenibile dei boschi: un potenziale di 280mila posti di lavoro

Patrimonio collettivo gestito da alcune aziende private, la Val di Fiemme è un esempio virtuoso di gestione organizzata del bosco che porta i suoi frutti: dopo le difficoltà seguite alla crisi del 2007-2008, le attività sono in recupero, destinate soprattutto all’industria dell’imballaggio, dei semilavorati per l’arredo e, in misura crescente, dell’edilizia in legno. La Magnifica Comunità di Fiemme esporta una piccola quota di prodotto in Germania e Austria, Paesi da cui la filiera italiana del legno-arredo importa invece gran parte della materia prima legnosa da lavorare.
Sì perché, nonostante qualche eccezione come questa, l’Italia è il Paese con il più basso grado di autosufficienza nell’approvvigionamento di legname all’interno dell’Unione europea, con l’80% di materia prima proveniente dall’estero. Eppure, siamo al sesto posto per superficie boschiva (alle spalle di Svezia, Finlandia, Spagna, Francia e Germania), che copre oltre il 30% del territorio: 11 milioni di ettari di bosco che, se “organizzati”, potrebbero avere un impatto significativo sull’economia. Secondo le stime del Centro studi di FederlegnoArredo, una corretta gestione delle foreste porterebbe 280mila nuovi posti di lavoro e consentirebbe di risparmiare sui costi di importazione. Circa 8 miliardi di euro di legname acquistato ogni anno fuori confine, soprattutto da Germania e Austria (per il legname destinato alla lavorazione di prodotti finiti) e da Croazia e Slovenia (per la legna da ardere).

Il Sole 24Ore.it