Legno sottovuoto, ovvero più bello e resistente

Legno sottovuoto, ovvero più bello e resistente

La scoperta è del Cnr-Invalsa, cioè l’istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree, di San Michele all’Adige ed è costata cinque anni di studio e lavoro. Si tratta di Thermovacuum, o Termovuoto, uno speciale processo volto alla creazione di una nuova generazione di legni più resistenti, duraturi e migliori dal punto di vista estetico. Perché Termovuoto? Per il fatto che il procedimento consiste nello svuotare di acqua e umidità i legni che vengono trattati. Il tutto senza alcun utilizzo di sostanze chimiche.
“Il Termovuoto combina un processo di essiccazione sottovuoto ad alta efficienza energetica e un trattamento termico, con l’obiettivo di offrire un prodotto ecologico, a basso impatto ambientale, conveniente e di alta qualità” ha spiegato Ottaviano Allegretti, responsabile del laboratorio Labess di Cnr-Invalsa che ha seguito il progetto. “Con questa tecnologia – ha aggiunto – è possibile fornire ai legni dell’arco alpino, come l’abete rosso, le caratteristiche tipiche dei legni tropicali, come un miglior aspetto estetico e particolari doti di durabilità, così da renderli più idonei all’utilizzo all’esterno”. Una scoperta dai molti vantaggi, come la riduzione dello sfruttamento delle foreste tropicali e dei costi di importazione del prodotto e, per questo, giudicata strategica per ambiente, occupazione ed economia dalla Commissione Europea che ha stanziato il finanziamento più corposo per progetti simili: 1,8 milioni di euro.

Fonte: tratto e rielaborato da La Stampa.it