L’usato che fa bene all’ambiente

L’usato che fa bene all’ambiente

Ogni acquisto o abitudine di consumo hanno un costo per l’ambiente che, convenzionalmente, viene misurato in termini di CO2 emessa. L’impronta ecologica di uno smartphone per esempio, cioè la quantità di gas serra emessa per produrlo, impacchettarlo e farlo arrivare sul mercato, è pari a 57 kg di CO2, come un’utilitaria a benzina che percorre 500 km. E un computer “costa” all’ambiente molto di più, ben 1015 kg di CO2, pari alle emissioni di due auto che percorrono 3.200 km. Ma anche una lavatrice, un passeggino o una console per videogiochi lasciano sul pianeta la loro impronta ecologica. Per conoscere l’impatto ambientale dello shopping è disponibile online da qualche giorno un nuovo strumento, che permette di calcolare la carbon footprint di diversi oggetti di uso comune: dai tablet ai televisori, dalle magliette alle cucine a gas. E così si scopre che produrre e commercializzare un notebook comporta 250 kg di emissioni di CO2, come due voli Milano-Roma-Milano, mentre un passeggino ha lo stesso impatto ambientale di un frigorifero lasciato acceso un anno intero. Sembra insomma che anche gli oggetti più innocui contribuiscano, e non poco, al surriscaldamento del pianeta. Il tool permette inoltre di calcolare quanta CO2 si risparmia effettuando scelte di consumo sostenibili, per esempio rivolgendosi al mercato dell’usato invece che a quello del nuovo per i propri acquisti. Il pianeta, e il portafoglio, ringraziano.