Per salvare il pianeta serve un approccio sistemico

Per salvare il pianeta serve un approccio sistemico

A Glasgow è tuttora in corso la COP 26, evento che riguarda tutta la comunità mondiale e i suoi rappresentanti, riuniti allo scopo di cercare soluzioni concrete al riscaldamento del Pianeta. Si è espresso anche Papa Francesco: “Curiamo la nostra casa comune ed anche noi stessi, cercando di estirpare i semi dei conflitti: avidità, indifferenza, ignoranza, paura, ingiustizia, insicurezza e violenza”. E’ una chiamata alla quale ogni stato è tenuto a rispondere, proponendo progetti di riduzione delle emissioni di gas effetto serra entro il 2030, ridurre la deforestazione, favorire lo sviluppo delle rinnovabili, proteggere gli ecosistemi.

Per riuscirci, dovranno destinare almeno 100 miliardi di dollari l’anno a finanziamenti per il clima entro il 2020. Mario Draghi ha ricordato a tutti che solo un’azione collettiva può risolvere un problema talmente complesso e globale, esortando la Banca Mondiale a confluire capitali privati nella lotta al cambiamento climatico.

Per tutelare le foreste è necessario agire anche sul mercato del legname e facilitare un nuovo mercato di prodotti sostenibili che non degradano la terra e non distruggono le foreste. Occorre saper calcolare gli impatti positivi e negativi per combattere questi ultimi, effettuare una contabilità ambientale, calcolare nuovi indicatori come la carbon footprint e porre un prezzo al carbonio, indirizzando queste somme verso lavori e infrastrutture resilienti.

Secondo l’ultimo rapporto del Global Carbon Project i livelli di CO2 sono aumentati dopo la pandemia re sono in crescita, si parla anche di un aumento di 2,7 gradi. E’ urgente tagliare drasticamente le emissioni di gas serra, trasformando processi, prodotti, abitudini, stili di vita.